SPLENDE LA LUCE NELLA STORIA DELLA COMUNITA’ CAPOVERDIANA A ROMA
Celebra i 60 anni la Comunità Capoverdiana Tra Noi a Roma e vuole farlo con diversi incontri per sottolineare la bellezza di una integrazione che nei diversi processi di gioia e fatiche, difficoltà e lavoro ha sperimentato che si può vivere la propria realtà identitaria assorbendo valori e costumi di altri popoli in una accoglienza che promuove e non mortifica.
“Sono italiana ma sono qui come sorella per le sorelle. Se qualcuna ha bisogno di qualcosa possiamo aiutarvi” – Lea Manzone
All’avvenimento l’Osservatore Romano ha dedicato in tre martedì successivi le quattro pagine della cultura, testimoniando di come verso la fine degli anni Sessanta abbia avuto inizio il cammino di amicizia, di solidarietà e di sostegno del Tra Noi con le donne capoverdiane che arrivavano a Roma. Dalle interviste proposte emerge come quest’incontro si collochi in un fenomeno migratorio ben più ampio, destinato a lasciare tracce indelebili tanto nella società capoverdiana quanto in quella italiana. L’inserto dell’Osservatore Romano costituisce un’importante tentativo di proporre queste testimonianze di integrazione alle diverse Comunità di immigrati residenti a Roma e coinvolgere positivamente l’opinione pubblica verso questo problema così attuale in Italia e nel mondo.
Domenica 16 aprile, dopo la santa Messa in Via Sicilia, l’inaugurazione arricchita dai messaggi delle “pioniere”, pervenuti da tutto il mondo, le diverse riflessioni culturali e storiche che hanno sottolineato l’apporto del TRA NOI e della sua spiritualità, un po’ di musica capoverdiana ed un gioioso pranzo hanno iniziato il cammino storico della Comunità.
“Per Noi di Capo Verde il Movimento Tra Noi era diventato ed è tuttora la nostra casa, perché già in quegli anni era un vero punto di incontro e di riferimento” – Antònia Santos Fermino
La seconda puntata, fatta soprattutto di testimonianze, ha sottolineato il modo di vivere e lavorare in Italia, la possibilità di studiare e sviluppare le proprie capacità nella costante partecipazione ai problemi anche delle Istituzioni Diplomatiche capoverdiane.
Domenica 23 aprile hanno parlato le istituzioni soprattutto Religiose: dalle suore cabriniane di via Sicilia ai Cappellani Spirituali sottolineando quanto la pastorale ha aiutato nello spirito sinodale del camminare insieme, lo sviluppo e la comunione della comunità.
Sono stati giorni di festa che incoraggiano ad un rinnovato impegno per costruire società multiculturali che ponendo al centro la persona sviluppano intelligenze e promuovono un mondo senza confini, fatto di popoli fratelli.
“Abbiamo vissuto e lavorato insieme con una forza di coesione di fraterna amicizia e di coraggiosa speranza, fondamenta per un cammino che si fa ogni giorno più esigente nella conoscenza delle diverse tradizioni e nella promozione dei valori essenziali, per costruire una società accogliente nel rispetto reciproco” – Antonella Simonetta